E la cosa mi ha fatto un'attimo pensare. Non da cattolico, visto che non lo sono, ma da un punto di vista analitico.
La festività cristiana più importante è la Pasqua. Come ci è stato narrato innumerevoli volte, Gesù arrivò a Gerusalemme la Domenica delle Palme che è una settimana precedente alla pasqua ebraica. Qua viene accolto, qua viene tradito, qua viene arrestato, qua viene fustigato, qua viene crocifisso, qua si compie il suo destino. In chiave simbolica rappresenta alla grande il pensiero cristiano della redenzione e della salvezza post mortem. In chiave letterale... ci si rende conto che si celebra la tortura e la morte di una persona della quale non sappiamo se è realmente esistita e, se si analizzano due milleni di cristianesimo, possiamo notare che sulla sofferenza delle persone (quelle che non contavano un cazzo, ovviamente) la Chiesa ha costruito il suo potere. Se soffri sei nel giusto, se sei felice e ti diverti sei nel peccato.
Personalmente lo ritengo un comportamento non proprio corretto visto anche che, sempre nei due millenni di cui prima, lo stato pontificio ha saputo usare e ottenere anche il potere terreno, oltre che spirituale.
La domanda, per concludere dopo tutto questo mega pippone, è: È normale basare la propria fede sul dolore, sulle privazioni e celebrarla tramite la rievocazione della morte del proprio profeta piuttosto che basarsi su quello che, effettivamente, diceva ed insegnava?
A me, personalmente, no. Ora giro la domanda a voi.
6 commenti:
Sei un satanista di merda!
Ai numerosi e tedianti corsi di teologia che la sottoscritta si è dovuta sorbire il docente disse che la pasqua è centrale per i cattolici perchè rappresenta il marchio distintivo di questa religione in quanto è l'unica che crede ad un uomo morto e poi risorto.Se Gesù non fosse risorto Dio non avrebbe potuto così manifestarsi e quindi la fede sarebbe stata vana.
Sarebbe bene ricordare che Gesù non avrebbe certamente approvato le puttanate fatte dalla Chiesa nei secoli ma cmq siamo uomini e questo la dice lunga...
@curioso: ebbene sì, mi hai scoperto :D
@gerla: la questione è proprio questa. Da notare anche che l'immagine, l'iconografia più importante per la religione cristiana è quest'uomo che sta morendo in croce.
eh beh mi sembra quasi populista come affermazione...
e il populismo lo rifiuto per partito preso:
è "democraticamente" ovvio che chiunque, sotto sotto, preferirebbe legarsi a qualsiasi lato della fede, piuttosto che a quello legato alla privazione.
Credi che sia necessario che spieghi anche il perchè?
Il motivo principale è che è estremamente raro che si cerchi di trovare la dimensione positiva nella privazione.
E' più probabile trovare esempi di una morbosa tendenza a associare la privazione al masochismo.
Poi va beh identificare il cristianesimo con la Chiesa... meglio che sto zitto prima che arrivino le guardie svizzere :)
comunque dubito che i ghostbusters riusciranno a prenderlo...
@Antonio: posso sostanzialmente accettare quello che scriveva Gloria sulla fondamelità (?!?) del gesto ai fini dell'insegnamento di J.C. (per gli amici), ma i protestanti, a differenza dei cattolici, non basano la loro fede sulla "sofferenza" (affermazione detta alle 0.45, quindi da prendere cn le molle), ma sullo spirito di convivenza e di altruismo (sono sempre le 0.45, ricordate).
@axelmanhattan: io dico di sì. Se noti i flussi non sono incrociati, e questo è bene ;)
Posta un commento