Gli americani, presi singolarmente, non sono delle brutte persone. Ci sono un sacco di onesti lavoratori e simpatici compagnoni. Quando però si guarda alla massa si vedono gli stereotipi. Il McDonald e la conseguente obesità, il lusso sfrenato delle star e la condizione disagiata dei meno abbienti, la sanità che se non te la puoi permettere non ti curano alla faccia di Dr. House e E.R.
L'unica grande verità degli americani è che hanno una fame di potere insita in ognuno di loro che cresce esponenzialmente se il posto ricoperto nella scala gerarchica è maggiore. Questa fame ha portato alla creazione di un sistema elettorale fichissimo. Non parlo del presidenzialismo, quello di per sè è una normalissima variante di governo tra le più pericolose, ma delle primarie che, abbastanza malamente, quelli del PD hanno cercato di copiare qua da noi.
L'idea è forte: due o più persone si candidano per quel partito e, come se fossero in campagna elettorale, si scontrano a base di comizi, confronti televisivi, elezioni. In questo modo viene eletto il candidato che meglio convince il pubblico, la massa. E la giostra non è ad uso e consumo di un solo partito, ma di tutti i partiti che vogliono concorrere alla Casa Bianca. Di per sè, questa cosa, è splendida, l'incarnazione materiale della democrazia. Poi, invece, si assistono a colpi bassi come il prestare attenzione al nome di uno dei candidati o a scurirne la pelle negli spot. I riferimenti, ovviamente, sono tutti per la campagna diffamante di Hillary Clinton nei confronti di Barak Hussein Obama e mi viene lecitamente da chiedere fino a dove può spingersi un uomo o una donna pur di assicurarsi una title shot alla poltrona della stanza ovale.
2 commenti:
eppure è lampante cosa fanno qui da noi pur di garantirsi una fetta di cadrega...
Credo la risposta sia meglio non saperla. Lo dico nell'interesse di entrambi
Lo so Nicola, però a volte non riesco a capacitarmene nonostante l'iniezione di cinismo che ci viene data ogni volta
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