martedì 28 aprile 2009
Lo Stato del Blog
Recentemente ho letto su tre blog diversi altrettanti post che rispecchiano un po’ lo stato di sonnolenza anche di questo spazio. Mylla ha rarefatto i suoi post per via del pupo di quasi un’anno, Giovanni, invece, ha contro la pigrizia, mentre Nicola incolpa la mancanza di idee e il fiorire di nuovi mezzi per tenersi in contatto con la gente. A parte, ovviamente, il dover tenere a bada un nano di un anno (no, non è fatto apposta l’anagramma) mi trovo abbastanza in linea con “i problemi” riscontrati da Giovanni e Nicola. Soffro di una forma acuta di pigrizia che non mi fa certo venire l’impulso a mettermi al computer e scrivere qualcosa. Qualcosa, poi, di che? Come Nicola è un periodo di poche idee. E quelle poche non riesco ad argomentarle come vorrei. Metteteci anche la ben nota assenza di adsl e pc nel mia nuova residenza e le occasioni per scrivere qualcosa calano vistosamente. A meno che non mi metta a scrivere sul lavoro (e non è proprio l’ideale). Nicola, poi, fa notare che il nascere e il prendere piede di piattaforme come facebook che contengono tutto quello che un blog, un sito di giochi e msn fanno ognuno per conto loro. A tratti sostituisce anche le mail e il cellulare. Se guardate la colonna a sinistra dei link potete vedere i blog che vado a vedere regolarmente. Di questi solo due o tre sono aggiornati costantemente, e i motivi è perché sono degli strip blog (nerdlandia) o perché scritti da chi ha qualcosa da dire (idiota ignorante). Un’altro blog che seguivo ha chiuso. È probabilmente un periodo di stanca o di declino per il diario personale online. Ecco quindi che un blog come tuttidandy, con molte immagini e poche parole (e quelle poche messe in forma di aforismi) acquisiscono un loro senso come qualcosa di curioso da andare a vedere e gustare. Forse questa è l’evoluzione della Panchina, non lo so. Posso provarci, ma devo anche avere il tempo per cercare le foto che reputo interessanti, le frasi che trovo di forte impatto o i video che sanno far provare qualcosa.
giovedì 23 aprile 2009
Path
Facciamo un patto. Io faccio il bravo e smetto di prendere in giro la tua religione, il tuo credo, i tuoi fedeli. Smetto di inveire, nonostante sia ateo. Riprendo le redini del rispetto doveroso verso ogni uomo e le sue convizioni che magari non condivido, ma rispetto. Questo è il mio spazio, quello è il tuo spazio. Purché tu non ti metta ad esagerare. Niente sparate grosse, niente minchiate, niente dogmi. Io faccio il bravo e tu te ne stai buono buono, tranquillo. Ti fai i cazzi tuoi, non intervieni nei vari media a dire la tua. Io rispetto te e tu rispetti me. Semplice no? Eppure ho l’impressione che il primo a contravvenire al patto sarai proprio tu. E allora la mia controrisposta sarà anche peggio che dire ad un bambino che Babbo Natale non esiste. Non avrai scusanti. Tu non mi rispetti, io non ti rispetto. E sarà guerra.
sabato 18 aprile 2009
Sparali tutti
Parliamo di un film che va goduto per quello che è: una tamarrata esagerata degna del miglior Sin City. Parliamo, se non si è capito, di Shoot ‘em up, film del 2007 con Clive Owen, la Bellucci e Paul Giamatti. Un film esageratamente esagerato, ben oltre l’assurdo, ma proprio l’essere consci di questo essere caciarone lo rende gradevole.
È vero, non ha una trama molto sviluppata e tutto ruota attorno ad inseguimenti e sparatoie senza che fra una e l’altra ci sia una spiegazione valida, ma nessuno ascolta gli Ac/Dc o i Twisted Sister prendendoli sul serio. Li si ascolta perché sono cazzari e loro suonano consci di esserlo. Quindi, come i due gruppi di cui sopra, la migliore condizione per vedere Shoot ‘em up è non aspettarsi un film con un filo logico ed essere sicuri di vedersi una puttanata totale godendo dei singoli momenti di anarchia in barba alle regole della fisica e balistica.
Clive Owen offre un buona prova: la sua inespressività facciale è quella giusta per dare il viso al protagonista e Paul Giamatti offre un cattivo decisamente convincente, psicotico e terribilmente figo. Tutto quello che non viene raccontato dalla trama è recitato alla grande da Giamatti. Per la Bellucci, invece, è la solita prova incolore capace soltanto di offrire un orgasmo nel bel mezzo di una sparatoia (e non è che gli sia venuto così bene).
Aspettatevi un’allegra minchiata e il film vi piacerà. Aspettatevi qualcosa anche solo lontamente vicino a Leon e ne rimarrete delusi.
È vero, non ha una trama molto sviluppata e tutto ruota attorno ad inseguimenti e sparatoie senza che fra una e l’altra ci sia una spiegazione valida, ma nessuno ascolta gli Ac/Dc o i Twisted Sister prendendoli sul serio. Li si ascolta perché sono cazzari e loro suonano consci di esserlo. Quindi, come i due gruppi di cui sopra, la migliore condizione per vedere Shoot ‘em up è non aspettarsi un film con un filo logico ed essere sicuri di vedersi una puttanata totale godendo dei singoli momenti di anarchia in barba alle regole della fisica e balistica.
Clive Owen offre un buona prova: la sua inespressività facciale è quella giusta per dare il viso al protagonista e Paul Giamatti offre un cattivo decisamente convincente, psicotico e terribilmente figo. Tutto quello che non viene raccontato dalla trama è recitato alla grande da Giamatti. Per la Bellucci, invece, è la solita prova incolore capace soltanto di offrire un orgasmo nel bel mezzo di una sparatoia (e non è che gli sia venuto così bene).
Aspettatevi un’allegra minchiata e il film vi piacerà. Aspettatevi qualcosa anche solo lontamente vicino a Leon e ne rimarrete delusi.
mercoledì 15 aprile 2009
We remeber you
uh-uh-uh
Cavoli. Sono passato otto anni e ancora ci manchi.
Otto anni nei quali aggrapparsi ai ricordi, ai suoni della tua voce.
E per tutto questo, per quello che mi hai dato, ancora ti ringrazio. E se credo nei miracoli è tutto merito tuo.
Cavoli. Sono passato otto anni e ancora ci manchi.
Otto anni nei quali aggrapparsi ai ricordi, ai suoni della tua voce.
Joey Ramone (Jeffrey Ross Hyman)
New York, 19 maggio 1951
New York, 15 aprile 2001
New York, 19 maggio 1951
New York, 15 aprile 2001
domenica 12 aprile 2009
Dopo tre giorni...
Personalmente non è che me ne freghi gran che, non sono quello che si potrebbe definire un cattolico, né praticante né simpatizzante. La colpa è di un messaggio snaturato dei suoi contenuti nel corso degli ultimi duemila anni.
Ovviamente non c’entra nulla il messaggio ma, visto che il messaggio viene diffuso dagli uomini, è con questi, che in due millenni hanno sparso il verbo che ce l’ho.
Certo, abbiamo avuto un periodo meraviglioso dal punto di vista artistico. Difficilmente Michelangelo avrebbe fatto la Cappella Sistina o il Giudizio Universale se non avesse avuto la commissione del papa. Non avremmo la splendida architettura di San Pietro, San Giovanni in Laterano o del Duomo di Milano. Non avremmo neanche il perfetto trompe l’oil di Santa Maria presso San Satiro del Bramante. Non oso neanche pensare alla mancanza nella nostra vita del Cenacolo Vinciano. Quindi non posso fare a meno che ringraziare questa gente di chiesa per averci dato questo patrimonio artistico ma non di meno non posso che essere disgustato dalla bassezza umana fatta religione: un potere spirituale che diventa sempre più forte fino a diventare temporale, con diritto di scelta nei regnanti di questo o quell’impero. E se non avevi il favore del vescovo, del papa o del cardinale eri fottuto, ti si ribellava gente contro. Chiedetelo a Enrico IV.
Ho una mia personale opinione, ma sono abbastanza convinto nel credere che se non ci fosse stata la diffusione del cristianesimo l’impero romano non avrebbe avuto il declino che ha subito dal 2° al 5° secolo.
Ai giorni nostri, il potere spirituale è sempre più confuso con quello temporale, i politici italiani si assoggettano ai dogmi di un uomo che dice di parlare per intercessione divina, i fedeli seguono scrupolosamente le indicazioni di voto alle elezioni e ai referendum. Non serve più che ci sia uno Stato della Chiesa, basta avere in mano le coscienze dei cittadini.
Recenti episodi mi hanno fatto (e mi stanno facendo) pensare seriamente a compilare e spedire una buona volta per tutte il modulo per lo sbattezzo. Perché non l’ho ancora fatto? Molto probabilmente pigrizia, ma anche la consapevolezza che una volta fatto non posso tornare che la preclusione alla mia figura di testimone e padrino (qualora venisse richesta).
In ogni caso tutto questo è per augurare, a chi ci tiene, una buona Pasqua, perché un conto è avere rispetto per chi è cattolico, ed un conto è avere rispetto per chi i cattolici catechizza.
La vignetta con cui ho aperto questo post è tratta dal numero 70 di Rat-man Collection intitolato Ratto. In una bilogia combinata con il numero successivo, Leo Ortolani fa la parodia a Rambo (in particolare richiama molto l’ultimo della serie), ma fa anche un sana critica all’ipocrisia governativa e sacerdotale dietro le belle parole religiose (Pensavo di aver visto il volto di Gesù nei poveri, ma mi sbagliavo) e non posso fare a meno di consigliarne la lettura.
giovedì 2 aprile 2009
Sbagliato
Lo so,è un po' che non scrivo, ma oltre alla pigrizia c'è l'impossibilità a scrivere qualcosa di decente senza un computer a casa. Ecco quindi che fioccano un paio di idee che sto tenendo nel cassetto per quando ho più di un paio di minuti per scrivere puttanate. Per non dare quel senso di inutilità che è insito in questo post aggiungo un video davvero disturbante. Wrong dei Depeche Mode, al di là della musica è un video davvero malato. Buona visione.
P.s. A proposito di video disturbanti, consiglio a tutti di andare a vedere i trailer, sul sito della Apple, dei film Drag me to Hell (ma qua è facile, la firma è di un certo Sam Raimi) e The Haunting in Connecticut. Ri-buona visione.
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