domenica 2 agosto 2009

Questione d'immagine

Ai molti tifosi milanisti sparsi per il mondo, il mercato societario della loro squadra del cuore risulterà molto deprimente, forse anche impoverente, perché se partono stelle di prima grandezza come Kakà ma il vuoto lasciato non viene riempito come si deve allora si ha una squadra indebolita. Perché tutto questo? Semplice. Chi mette i soldi nel Milan? Silvio Berlusconi. Chi è il primo ministro a capo del governo attuale? Sempre lui. In che periodo economico stiamo vivendo? Di merda. Ora, con questi tre dati, è facile fare un'analisi più o meno matematica in stile Numb3rs.
Per una squadra di calcio di prim'ordine si spende qualcosa (un po' più di qualcosa, ma credo si capisca l'intenzione). Ne sanno qualcosa gli juventini e gli interisti le cui società stanno facendo la parte del leone nel calciomercato estivo (oltre ad altre piccole come il Napoli e Genoa), ma i loro presidenti sono costruttori d'automobili e petrolieri e basta. Non sono proprietari di tre (dai facciamo sei) emittenti televisive nazionali, editori di una delle più grosse case editrici italiane E presidente del Consiglio dei Ministri. L'ultima voce, in particolare, non rientra fra i titoli che sfoggiano Moratti ed Elkann.
Ora, anche se questa affermazione può far sorridere molti, il fatto di essere in una situazione di crisi economica globale pone il Presidente del Consiglio a cercare di essere d'esempio (l'ho detto che avrebbe fatto sorridere) e quindi non può spendere soldi per il Milan. Il problema è che la squadra rossonera è sempre stata un questione d'immagine per lo psiconano. Lo è stata quando ha dovuto costruire il suo impero, lo è stata quando è sceso in campo, lo è stata quando s'è trattato di prendere voti e lo sarà anche adesso rivelandosi un effetto boomerang.
È inutile negare che molti dei voti che quello lì s'è preso è dovuto in larga parte anche a quello che il Milan ha vinto ed ostentato poi. Per questo vendere i propri campioni (alla lista si sta aggiungendo anche Pirlo) e non comprarne se non giovanissimi e da allevare non può che essere un'arma a doppio taglio perché inevitabilmente molti di quei voti arrivati tramite le vittorie del Milan si disperderanno per lo schifo di questa estate calcistica (lasciam perdere che dovrebbero sfaldarsi per altri motivi ben più gravi, ma tant'è). Rimane dalla sua che per un paio di anni di elezioni non ce ne sono e quindi ha, purtroppo, la possibilità di recuperare il terreno perduto, ma il problema rimane: spendere i soldi per il Milan ed essere criticato per la congiunzione economica, o non spendere soldi per il Milan e potenzialmente perdere voti? La soluzione, per me, è che dovrebbe lasciare la presidenza. Del Consiglio però.

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