Visto che Parecchi non sanno molto di me (parlo ovviamente di Ivan Parecchi e Andrea Parecchi, parenti per parte di gatto che hanno chiesto un po’ di informazioni su di me) volevo fare un po’ di luce sulla mia vita dando episodi a caso di quella che è stata la mia esistenza fino a cinque minuti fa.
• Nasco nel giugno 1979 e, per cause tuttora ignote,non sono ancora morto. E personalmente ci tengo a mantenere questo status perché, come scrive Idiota Ignorante, le due condizioni sono mutualmente esclusive ma, insomma, su questo argomento ne scrive meglio lui;
• Nel 1945 esco indenne da un bombardamento nazista sulle Ardenne. Inevitabilmente tutto questo avrà ripecussioni sulla mia psiche per il resto della mia vita;
• Nel 1997 cambio sesso per partecipare a Miss Italia. Finisco terzo ma solo perché sbagliai la risposta “la fame nel mondo”. È tutto vero come si può leggere qui;
• Ricambio sesso a cavallo con il 1998. Questa volta mi faccio impiantare il sesso di un criceto ottenendo però magri riscontri e grasse risate con le donne;
• Nel 2009 compio casualmente 30 anni, ma il mio avvocato sta patteggiando per ridurre la pena. A mia discolpa posso dire che non sapevo che avesse 5 anni;
• Nel 1968 vengo spedito in Vietnam come porta lettere. Quei sporchi musi gialli non sono della stessa idea e vengo imprigionato assieme ad altri postini scambiati, come me, per militari americani. Vengo liberato anni dopo, nel 1985, da un tizio che assomiglia vagamente a Rocky Balboa. Di questa vicenda ne faranno un film: Mary Poppins;
• Nel 1923 ho un menage a trois con Barbarella e Vampirella venendo a scoprire solo più tardi che le due erano Aldo e Giovanni che pensavano che io fossi Giacomo. Ne nasce una coppia che farà la storia dello spettacolo: i Jalisse;
• Nel 2001 decido di darmi agli sport estremi e mi converto al culto dei Testimoni di Geova. Rendendomi conto che affiliarmi a questa setta non è abbastanza estremo, abbandono la suddetta fede, rinnegandola, e divento un seguace di Scientology. Credo che sia da imputare a questa confraternita se la gente non mi parla più;
• Sempre nel 2009 arrivo alla conclusione per la quale la donna ideale per me è quella che riesce a percepire la forza delle mie carezze e la dolcezza con la quale le sto trapanando il culo;
giovedì 27 agosto 2009
domenica 23 agosto 2009
Consigli per gli acquisti
È una cosa che faccio volentieri e, soprattutto, spontaneamente. A questo link c'è un blog curioso: una ragazza racconta le sue disavventure da cameriera (ma non chiamatela così che si offende) in un ristorante pizzeria dove il capo è un gran coglione. Fin qua ci siamo. La questione è che come vengono raccontate le vicende sembra quasi di essere di fronte ad un nuovo Fantozzi: tragicamente divertente, comicamente assurdo. Ora... la ragazza, secondo quanto scrive, ha dato le dimissioni e quindi se ne conviene che di queste perle se ne avrà per poco (o quantomeno finché non trova un nuovo posto di lavoro). Leggetela e godetevela finché potete indifferentemente che quello che racconta possa essere vero oppure no.
giovedì 20 agosto 2009
Risiko
Complice una chiaccherata iniziata con la semplice domanda Cosa ci faresti con i 140 milioni del jackpot? sono arrivato alla soluzione definitiva per far evolvere la cultura islamica da medievale qual'è a moderna come molti spererebbero.
Iniziamo con il dire che fino al 1600-1700 la cultura araba era avanti anni luce rispetto a quella cristiana. Poi noi abbiamo avuto l'illuminismo che ha mandato a fanculo dio, il clero e tutto il circondario. Insomma ci siamo liberati dalle catene che opprimevano l'uomo da quello a cui poteva aspirare. In seguito abbiamo avuto la rivoluzione industriale che ha portato la donna ad avere un ruolo nuovo e diverso rispetto a quello di angelo del focolare e che ha portato ai primi movimenti femministi e al suffragio universale. Concludiamo, nel nostro riepilogo storico, con la seconda guerra mondiale dove, con gli uomini mandati al fronte a combattere, le donne si sono ritrovate nuovamente in fabbrica a sostenere la famiglia con un nuova ed ulteriore presa di coscienza di se.
Tutto questo i nostri amici maomettani non l'hanno avuto e, con le dovute eccezioni, possiamo dire che i Paesi del Medio Oriente dove regna la teocrazia hanno bisogno del loro illuminismo per evolvere naturalmente da nazione dominata da pochi uomini che parlano per intercessione divina a nazioni libera, democratica e moderna.
Ovviamente tutto questo si può fare solo se sono gli uomini (intesi non come specie che domina la terra, ma rappresentanti maschili del genere umano), ma visto che dopo secoli di lavaggio del cervello diventa un po' difficile far scoccare la scintilla dell'Illuminismo saltiamo questo passaggio e andiamo direttamente alla Guerra Mondiale: una bella guerra mondiale in campo neutro, uno di quelli dove non gliene frega un cazzo a nessuno tipo il deserto del Sahara, senza nessun particolare pretesto, tanto agli americani stanno sul cazzo i musulmani e viceversa per cui il motivo c'è già, così gli uomini vanno in guerra e le donne musulmane vanno in fabbrica a costruire i fucili, prendono coscienza di loro e si ribellano ai mariti-padroni al grido di l'utero è mio e lo gestisco io.
Lo so, sono un genio del Risiko
Iniziamo con il dire che fino al 1600-1700 la cultura araba era avanti anni luce rispetto a quella cristiana. Poi noi abbiamo avuto l'illuminismo che ha mandato a fanculo dio, il clero e tutto il circondario. Insomma ci siamo liberati dalle catene che opprimevano l'uomo da quello a cui poteva aspirare. In seguito abbiamo avuto la rivoluzione industriale che ha portato la donna ad avere un ruolo nuovo e diverso rispetto a quello di angelo del focolare e che ha portato ai primi movimenti femministi e al suffragio universale. Concludiamo, nel nostro riepilogo storico, con la seconda guerra mondiale dove, con gli uomini mandati al fronte a combattere, le donne si sono ritrovate nuovamente in fabbrica a sostenere la famiglia con un nuova ed ulteriore presa di coscienza di se.
Tutto questo i nostri amici maomettani non l'hanno avuto e, con le dovute eccezioni, possiamo dire che i Paesi del Medio Oriente dove regna la teocrazia hanno bisogno del loro illuminismo per evolvere naturalmente da nazione dominata da pochi uomini che parlano per intercessione divina a nazioni libera, democratica e moderna.
Ovviamente tutto questo si può fare solo se sono gli uomini (intesi non come specie che domina la terra, ma rappresentanti maschili del genere umano), ma visto che dopo secoli di lavaggio del cervello diventa un po' difficile far scoccare la scintilla dell'Illuminismo saltiamo questo passaggio e andiamo direttamente alla Guerra Mondiale: una bella guerra mondiale in campo neutro, uno di quelli dove non gliene frega un cazzo a nessuno tipo il deserto del Sahara, senza nessun particolare pretesto, tanto agli americani stanno sul cazzo i musulmani e viceversa per cui il motivo c'è già, così gli uomini vanno in guerra e le donne musulmane vanno in fabbrica a costruire i fucili, prendono coscienza di loro e si ribellano ai mariti-padroni al grido di l'utero è mio e lo gestisco io.
Lo so, sono un genio del Risiko
lunedì 17 agosto 2009
La forza di un inno
Una certa persona di un certo schieramento politico ha detto che la gente conosce più le parole Va' Pensiero che quelle di Fratelli d'italia. Posso solo rispondergli con un video.
Ed ora diciamo una cosa sull'inno entrando nello specifico. Che sia uno degli inni più brutti fra tutti gli inni del mondo non si discute (ma è sempre meglio di altri come quello tedesco), ma è dovuto al fatto che, a conti fatti, è una marcietta. Non è regale come God Save the Queen, non è enfatico come la Marsigliese, non militaresco come quello americano, ma ha una qualità che lo rende rende unico come pochi altri: è una musica che rispecchia il popolo italiano.
Riguardatevi il video: la gente oltre a cantare accompagna con il battito di mani, quando non c'è il cantato deve seguire la banda con il poporopopo. È un fatto che per certi versi dà fastidio, per altri ti fa rendere conto di quanto sia sentito l'inno. Con nessun'altro inno si ha questo effetto.
E se questo a Bossi non dovesse andare bene avrei solo altre due parole per lui: suck it!
Riguardatevi il video: la gente oltre a cantare accompagna con il battito di mani, quando non c'è il cantato deve seguire la banda con il poporopopo. È un fatto che per certi versi dà fastidio, per altri ti fa rendere conto di quanto sia sentito l'inno. Con nessun'altro inno si ha questo effetto.
E se questo a Bossi non dovesse andare bene avrei solo altre due parole per lui: suck it!
giovedì 6 agosto 2009
Idee, mezze idee e falsetti
Il blog vive un'altro momento di stallo, non perché non sappia cosa scrivere. Anche quello, ma non è questo il caso. Il problema è che sto avendo un vortice di idee. Tante e non riesco ad afferarle. Spunti per racconti, idee artistiche che aspettano solo di essere impresse sulla tela. E' una cosa che non faccio da anni, circa 20, e mi sono stupito quando mi sono ritrovato a pensare che devo recuperare pennelli e colori per dare sfogo al mio animo. Poi ho sempre il pallino di prendere a cuore la fotografia e darmici con tutto il cuore, ma una macchina fotografica costa ed al momento non me la posso permettere. Altre idee, altro giro, altro regalo. Ho sempre in mente quel progetto che non riesco a portare avanti per mancanza di tempo e poi a 30 anni suonati c'è sempre lei, la musica, che mi cattura e mi fa desiderare di avere un gruppo che faccia cover per iniziare, ma di evolversi con canzoni proprie.
Insomma, provate voi a capire come muoversi in questo groviglio di idee e a non sapere qual'è quella giusta da afferrare, se riesci a prenderla nel momento giusto o se la prendi abbastanza saldamente da non fartela sfuggire.
Confuso non riesco ad orientarmi a tutti gli stimoli che hanno velleità artistica e la cosa mi dispiace. Prenderò di pugno questa situazione di stallo e ne uscirò. Cambiato sicuramente, ma vivo.
Insomma, provate voi a capire come muoversi in questo groviglio di idee e a non sapere qual'è quella giusta da afferrare, se riesci a prenderla nel momento giusto o se la prendi abbastanza saldamente da non fartela sfuggire.
Confuso non riesco ad orientarmi a tutti gli stimoli che hanno velleità artistica e la cosa mi dispiace. Prenderò di pugno questa situazione di stallo e ne uscirò. Cambiato sicuramente, ma vivo.
domenica 2 agosto 2009
Questione d'immagine
Ai molti tifosi milanisti sparsi per il mondo, il mercato societario della loro squadra del cuore risulterà molto deprimente, forse anche impoverente, perché se partono stelle di prima grandezza come Kakà ma il vuoto lasciato non viene riempito come si deve allora si ha una squadra indebolita. Perché tutto questo? Semplice. Chi mette i soldi nel Milan? Silvio Berlusconi. Chi è il primo ministro a capo del governo attuale? Sempre lui. In che periodo economico stiamo vivendo? Di merda. Ora, con questi tre dati, è facile fare un'analisi più o meno matematica in stile Numb3rs.
Per una squadra di calcio di prim'ordine si spende qualcosa (un po' più di qualcosa, ma credo si capisca l'intenzione). Ne sanno qualcosa gli juventini e gli interisti le cui società stanno facendo la parte del leone nel calciomercato estivo (oltre ad altre piccole come il Napoli e Genoa), ma i loro presidenti sono costruttori d'automobili e petrolieri e basta. Non sono proprietari di tre (dai facciamo sei) emittenti televisive nazionali, editori di una delle più grosse case editrici italiane E presidente del Consiglio dei Ministri. L'ultima voce, in particolare, non rientra fra i titoli che sfoggiano Moratti ed Elkann.
Ora, anche se questa affermazione può far sorridere molti, il fatto di essere in una situazione di crisi economica globale pone il Presidente del Consiglio a cercare di essere d'esempio (l'ho detto che avrebbe fatto sorridere) e quindi non può spendere soldi per il Milan. Il problema è che la squadra rossonera è sempre stata un questione d'immagine per lo psiconano. Lo è stata quando ha dovuto costruire il suo impero, lo è stata quando è sceso in campo, lo è stata quando s'è trattato di prendere voti e lo sarà anche adesso rivelandosi un effetto boomerang.
È inutile negare che molti dei voti che quello lì s'è preso è dovuto in larga parte anche a quello che il Milan ha vinto ed ostentato poi. Per questo vendere i propri campioni (alla lista si sta aggiungendo anche Pirlo) e non comprarne se non giovanissimi e da allevare non può che essere un'arma a doppio taglio perché inevitabilmente molti di quei voti arrivati tramite le vittorie del Milan si disperderanno per lo schifo di questa estate calcistica (lasciam perdere che dovrebbero sfaldarsi per altri motivi ben più gravi, ma tant'è). Rimane dalla sua che per un paio di anni di elezioni non ce ne sono e quindi ha, purtroppo, la possibilità di recuperare il terreno perduto, ma il problema rimane: spendere i soldi per il Milan ed essere criticato per la congiunzione economica, o non spendere soldi per il Milan e potenzialmente perdere voti? La soluzione, per me, è che dovrebbe lasciare la presidenza. Del Consiglio però.
Per una squadra di calcio di prim'ordine si spende qualcosa (un po' più di qualcosa, ma credo si capisca l'intenzione). Ne sanno qualcosa gli juventini e gli interisti le cui società stanno facendo la parte del leone nel calciomercato estivo (oltre ad altre piccole come il Napoli e Genoa), ma i loro presidenti sono costruttori d'automobili e petrolieri e basta. Non sono proprietari di tre (dai facciamo sei) emittenti televisive nazionali, editori di una delle più grosse case editrici italiane E presidente del Consiglio dei Ministri. L'ultima voce, in particolare, non rientra fra i titoli che sfoggiano Moratti ed Elkann.
Ora, anche se questa affermazione può far sorridere molti, il fatto di essere in una situazione di crisi economica globale pone il Presidente del Consiglio a cercare di essere d'esempio (l'ho detto che avrebbe fatto sorridere) e quindi non può spendere soldi per il Milan. Il problema è che la squadra rossonera è sempre stata un questione d'immagine per lo psiconano. Lo è stata quando ha dovuto costruire il suo impero, lo è stata quando è sceso in campo, lo è stata quando s'è trattato di prendere voti e lo sarà anche adesso rivelandosi un effetto boomerang.
È inutile negare che molti dei voti che quello lì s'è preso è dovuto in larga parte anche a quello che il Milan ha vinto ed ostentato poi. Per questo vendere i propri campioni (alla lista si sta aggiungendo anche Pirlo) e non comprarne se non giovanissimi e da allevare non può che essere un'arma a doppio taglio perché inevitabilmente molti di quei voti arrivati tramite le vittorie del Milan si disperderanno per lo schifo di questa estate calcistica (lasciam perdere che dovrebbero sfaldarsi per altri motivi ben più gravi, ma tant'è). Rimane dalla sua che per un paio di anni di elezioni non ce ne sono e quindi ha, purtroppo, la possibilità di recuperare il terreno perduto, ma il problema rimane: spendere i soldi per il Milan ed essere criticato per la congiunzione economica, o non spendere soldi per il Milan e potenzialmente perdere voti? La soluzione, per me, è che dovrebbe lasciare la presidenza. Del Consiglio però.
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