domenica 6 aprile 2008

6 aprile 2008

Le parole escono male, ma in qualche modo devono trovare la via per sfogarsi quindi, inevitabilmente, inizierò con il fatto secco, preciso, compiuto.

Questa notte il padre di Edo, il mio miglior amico, è venuto a mancare a causa di un cancro al fegato, sviluppo di una cirrosi epatica che aveva da almeno 10 anni.
Alberto era in malattia da diversi mesi per fare le dovute terapie e sembrava che stesse bene. Non il ritratto della salute, ma comunque era cosciente di se stesso. Giovedì, invece, il fegato ha smesso di funzionare causando dolori. Immediamente è stato sedato e condotto in un regime di coma farmacologico perché era ormai questioni di ore.

Ieri sono andato a fare visita al mio amico per stargli vicino e per salutare Alberto. La visione è stata quanto di più shockante potessi ricevere. Un uomo completamente debilitato, senza coscienza e possibilità di parlare. La pallida ombra di quello era solo un anno fa. Mi sono dimostrato forte per lui, ma quando sono uscito dalla camera non potuto evitare.

Ed ho pianto.

Ho pianto perché un uomo che rispettavo era conciato in quelle condizioni. Ho pianto perché sapevo che non l'avrei rivisto. Ho pianto perché è anche grazie a lui che ho nella mia vita una persona importante come Edoardo e so che non sarebbe lui se non avesse avuto un padre come Alberto che con il suo lavoro non ha mai fatto mancare nulla alla moglie e ai suoi tre figli. Mai. Nulla. Ed ora una fottuta malattia l'ha strappato a chi gli voleva bene.

Alberto aveva 54 anni. Esattamente come i miei genitori. E non posso fare a meno di pensare che, per uno strano gioco delle parti, sul quel letto, sedato e morente, poteva esserci mio padre anche solo ed esclusivamente per l'età. E nulla mi vieta di pensare che è ingiusto andarsene così. Non così.

Simbolicamente questo blog porterà per questa settimana il colore di sfondo in segno di lutto nei confronti di una persona onesta, altruista e che rispettavo.

Addio Alberto. Almeno hai smesso di soffrire.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Torno ora dal funerale.
Rabbia,tanta rabbia dentro di me.
Una persona come lui, amante della vita,con tanti progetti per sè e la sua famiglia, non è giusto ci lasci così!
Rabbia, tanta rabbia.
Alessandra

Anonimo ha detto...

Era una persona speciale. Era il punto di riferimento. Era la mia vita. Era mio padre.

Adesso finalmente si gode un po' di tranquillità. E' ancora vivo nella mia anima. E' ancora qui con noi. E' mio padre.

Grazie a tutti quelli che hanno condiviso il mio dolore.

Grazie a tutti quelli che continueranno con me il percorso che Lui mi ha indicato.

-Edoardo-