In tempi di crisi le aziende tagliano i costi immediatamente riconducibili agli operai, alla forza lavoro. È una cosa ben nota a chi segue un minimo la cronaca locale o chi, purtroppo, lo vive in prima persona.
Quello che le aziende cercano di fare, con queste manovre, è quello di ibernarsi, congelare il proprio stato di azienda in crisi in attesa di tempi migliori. Tutto questo mi ha fatto venire in mente una similitudine.
Gli alberi in autunno perdono le loro foglie perché, in inverno, devono concentrare la linfa vitale dove è più necessario e le foglie, viste come tratto ultimo del percorso sanguigno, sono considerate sacrificabili. In mancanza del nutrimento le foglie seccano, muoiono e cadono.
È un'atteggiamento, questo, che fa anche il corpo umano in condizioni di ipotermia. A fronte di un'assideramento il nostro corpo concentra la energie dove più è necessario, ovvero il cuore lasciando invece che le gambe si sacrifichino per il resto, d'altronde senza gambe si può vivere, ma senza cuore è già più difficile.
Le aziende stanno attraversando il loro periodo autunnale/invernale e quindi attuano una tattica messa a punto da Madre Natura in millenni, se non fosse che i lavoratori, in quanto parte produttrice del processo lavorativo, non sono le foglie ma le radici.
Le aziende pensano da quercie, quando invece dovrebbero pensare da pini, che sono sempreverdi
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