martedì 12 luglio 2011
giovedì 30 giugno 2011
Trentatremenouno
Prima di questo post occorre fare una premessa: è l'una di notte e potrei non rispondere delle mie azioni o di quello che scrivo.
Il 33 è un numero primo la cui prima immagine che viene in mente sono gli anni di Cristo. A pensarci bene non potrebbe essere diversamente: il 3 è il numero cristiano perfetto perché si riferisce alla trinità (Deus est Pater et Filius et Spiritus Sanctus) e, di conseguenza, il climax di quel racconto di narrativa conosciuto come Vangelo non poteva che succedere quando il protagonista della storia aveva 33 anni, ovvero un doppio 3. Perché non 45 o 57? Rileggetevi la frase immediatamente precedente e troverete la ragione: doppio 3. Ma allora, se il tre è così importante perché non fare tre volte tre? Perché non s'è mai visto un uomo arrivare a trecentotrentatre anni, e se così fosse dovremmo iniziare a preoccuparci di come togliere di mezzo Berlusconi dalla politica italiana, visto che di anni ne ha solo 75. Fate voi i conti di quanti ne potrebbe vivere ancora se l'età di schiattamento fosse 333...
Appurato, quindi, che il buon Gesoo dovesse compiere il suo dovere alla mistica età di 33 anni, rimane quindi da capire, in tutto questo, cosa c'azzecca con il sottoscritto che in data odierna compie 32 - leggere trentadue - anni?
Nulla.
Ma vi lascio, a chiunque sia incappato in questa mia follia schizofrenica da compimento del genetliaco in corso, con una perla di saggezza: se il tre è il numero perfetto, e il 33 è un doppio 3, non sarebbe il caso, una volta raggiunta l'età per la crocifissione, festeggiare degnamente in tre?
Questa foto non c'entra nulla, era solo ricordare che al proprietario di questo blog piace la patata.
Il 33 è un numero primo la cui prima immagine che viene in mente sono gli anni di Cristo. A pensarci bene non potrebbe essere diversamente: il 3 è il numero cristiano perfetto perché si riferisce alla trinità (Deus est Pater et Filius et Spiritus Sanctus) e, di conseguenza, il climax di quel racconto di narrativa conosciuto come Vangelo non poteva che succedere quando il protagonista della storia aveva 33 anni, ovvero un doppio 3. Perché non 45 o 57? Rileggetevi la frase immediatamente precedente e troverete la ragione: doppio 3. Ma allora, se il tre è così importante perché non fare tre volte tre? Perché non s'è mai visto un uomo arrivare a trecentotrentatre anni, e se così fosse dovremmo iniziare a preoccuparci di come togliere di mezzo Berlusconi dalla politica italiana, visto che di anni ne ha solo 75. Fate voi i conti di quanti ne potrebbe vivere ancora se l'età di schiattamento fosse 333...
Appurato, quindi, che il buon Gesoo dovesse compiere il suo dovere alla mistica età di 33 anni, rimane quindi da capire, in tutto questo, cosa c'azzecca con il sottoscritto che in data odierna compie 32 - leggere trentadue - anni?
Nulla.
Ma vi lascio, a chiunque sia incappato in questa mia follia schizofrenica da compimento del genetliaco in corso, con una perla di saggezza: se il tre è il numero perfetto, e il 33 è un doppio 3, non sarebbe il caso, una volta raggiunta l'età per la crocifissione, festeggiare degnamente in tre?
Questa foto non c'entra nulla, era solo ricordare che al proprietario di questo blog piace la patata.
lunedì 2 maggio 2011
lunedì 14 marzo 2011
When the history is made
Il 12 marzi s’è assistito un’evento (sportivamente parlando) storico. L’Italia che batte la Francia nella quarta giornata del 6 Nazioni 2011. Prima di sabato era successo solo un’altra volta, a Grenoble nel 1997, con un percorso che culminò con l’entrata nel Championship nel 2000 che divenne, di conseguenza, da Torneo delle 5 Nazioni (le quattro home union Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda e per concludere la Francia) a 6 Nazioni.
La storia, dicevo, si crea. L’hanno creata i quindici uomini in campo che hanno creduto fino in fondo, difendendo fino alla morte gli attacchi di una Francia che, invece, ha dimostrato pressapochismo e insufficienza.
Sabato mattina l’Equipe, il maggior quotidiano sportivo francese titolava “Vacance romaine” (cliccare per vedere la pagina). Il giorno dopo, in prima pagina, era “Total Fiasco” (sì, puoi cliccare anche qui per vedere la pagina di domenica dell’Equipe). E in casa nostra? Evidentemente era molto più importante Pato che giocava contro il Bari se la Gazzetta ha preferito dargli il titolo più importante nell’edizione domenicale (cliccare su Gazzetta per vedere la pagina).
Ma c’è una morale nella vittoria dell’Italia? Ovviamente sì. La morale è che se vieni a Roma per fare la gita e sottovaluti la squadra che devi incontrare, quella te la mette nel culo. Anche se sei la Francia.
Il Daily Sport, invece, oggi usciva con questa copertina che dà parecchie soddisfazioni.
La storia, dicevo, si crea. L’hanno creata i quindici uomini in campo che hanno creduto fino in fondo, difendendo fino alla morte gli attacchi di una Francia che, invece, ha dimostrato pressapochismo e insufficienza.
Sabato mattina l’Equipe, il maggior quotidiano sportivo francese titolava “Vacance romaine” (cliccare per vedere la pagina). Il giorno dopo, in prima pagina, era “Total Fiasco” (sì, puoi cliccare anche qui per vedere la pagina di domenica dell’Equipe). E in casa nostra? Evidentemente era molto più importante Pato che giocava contro il Bari se la Gazzetta ha preferito dargli il titolo più importante nell’edizione domenicale (cliccare su Gazzetta per vedere la pagina).
Ma c’è una morale nella vittoria dell’Italia? Ovviamente sì. La morale è che se vieni a Roma per fare la gita e sottovaluti la squadra che devi incontrare, quella te la mette nel culo. Anche se sei la Francia.
Il Daily Sport, invece, oggi usciva con questa copertina che dà parecchie soddisfazioni.
lunedì 24 gennaio 2011
L'effetto contrario del Rubygate
Del Rubygate credo che ne abbiano parlato in tanti, anche in troppi. Personalmente ognuno può fare quel cazzo che gli pare purché quel cazzo che gli pare non pregiudichi le prestazioni nell'ambito lavorativo, in particolar modo nel settore Pubblico (di quello con la P maiuscola, mica i dipendenti dell'Inps). Che poi un politico, ergo personaggio pubblico, debba essere moralmente e penalmente degno di questo nome è un'altra cosa (e non mi ci voglio neanche entrare per evitare di fare discorsi banali)*
Dicevo del Rubygate che ha sortito l'effetto contrario di quello sperato da stampa e pseudo opposizione. È vero che un italiano su due è dell'idea che il nanetto debba dimettersi, ma è anche vero che sembra che non abbia perso alcun voto (avrei un parere sul perché, ma me lo tengo). Ma non è questo che intendo con l'effetto contrario. Se qualcuno ci ha fatto caso sui giornali è fiorire di donne che dicono di essere state alle feste ad Arcore, a momenti c'è la gara a chi ha avuto più presenze/inviti e di chi ha ciucciato più cazzi. Siamo sempre lì: la mera (nel senso del meretricio) visibilità mediatica. Il rubygate è diventato un'ufficio stampa, un carro dei vincitori sui quali salire e fregiarsi di farne parte, quando prima era assolutamente omertosamente top secret. Un po' come ammettere di votare democrazia cristiana, tanto tempo fa, o Forza Italia, poco tempo fa. Vincevano le elezioni, ma guai a trovare qualcuno che li aveva votati.
Che poi io, un ciuccione dalla Minetti, me lo farei fare (e voglio vedere chi mi da torto)
Se invece volete un'analisi sviscerata degli ultimi quindici anni di Berlusconismo vi consiglio di andare leggere il post di Niccolò Carli
* Resta comunque, senza se e senza ma, che la Ruby in questione all'epoca dei fatti era minorenne, anche se ne dimostrava di più quindi, penalmente, i presupposti ci sono tutti. Agli inquirenti e ai giudici l'ardua sentenza.
Dicevo del Rubygate che ha sortito l'effetto contrario di quello sperato da stampa e pseudo opposizione. È vero che un italiano su due è dell'idea che il nanetto debba dimettersi, ma è anche vero che sembra che non abbia perso alcun voto (avrei un parere sul perché, ma me lo tengo). Ma non è questo che intendo con l'effetto contrario. Se qualcuno ci ha fatto caso sui giornali è fiorire di donne che dicono di essere state alle feste ad Arcore, a momenti c'è la gara a chi ha avuto più presenze/inviti e di chi ha ciucciato più cazzi. Siamo sempre lì: la mera (nel senso del meretricio) visibilità mediatica. Il rubygate è diventato un'ufficio stampa, un carro dei vincitori sui quali salire e fregiarsi di farne parte, quando prima era assolutamente omertosamente top secret. Un po' come ammettere di votare democrazia cristiana, tanto tempo fa, o Forza Italia, poco tempo fa. Vincevano le elezioni, ma guai a trovare qualcuno che li aveva votati.
Che poi io, un ciuccione dalla Minetti, me lo farei fare (e voglio vedere chi mi da torto)
Se invece volete un'analisi sviscerata degli ultimi quindici anni di Berlusconismo vi consiglio di andare leggere il post di Niccolò Carli
* Resta comunque, senza se e senza ma, che la Ruby in questione all'epoca dei fatti era minorenne, anche se ne dimostrava di più quindi, penalmente, i presupposti ci sono tutti. Agli inquirenti e ai giudici l'ardua sentenza.
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