domenica 12 luglio 2009

Coraline

Ieri, dopo quasi un mese dall’uscita nelle sale, sono riuscito ad andare quel capolavoro d’animazione in 3D che è Coraline. I miei commenti non possono che essere entusiastici dopo aver amato il libro di Neil Gaiman dal quale è tratto il film.


Coraline si è appena trasferita in una nuova casa ed i suoi genitori, sempre indaffarati con il lavoro, hanno tempo zero da dedicarle. Nasce così un gioco di ricerca in cui Coraline troverà una porta che la porterà in un altro mondo dove vive un altro padre e un’altra madre sempre pronti per lei, sempre con il sorriso sulle labbra, dove tutto è un’altra versione del grigio mondo lasciato alle spalle dietro la porticina. Sarebbe tutto perfetto se non fosse che gli abitanti di quello strano e colorato mondo non avessero i bottoni al posto degli occhi e che vorrebbero metterli anche a Coraline per farla restare con loro.
Mi sembra insensato andare oltre, rischierei di dire qualcosa che non dovrei per chi non ha avuto ancora il piacere di leggere/vedere.



Quasi 140 anni dopo Alice adventure’s in Wonderland, il romanzo di Coraline è del 2004, Neil Gaiman riesce a catturare l’essenza di quello che uno ha e di quello che vorrebbe e di quanto possano entrare in contrasto. Da un lato abbiamo la vita reale dove Coraline è amata, ma seguita poco per via degli impegni lavorativi che vengono interpretati come abbandono e noncuranza. Dall’altro lato abbiamo un modo perfetto, dove i genitori di Coraline sono sempre presenti, dove tutto è divertente e magico, ma che il troppo amore nei confronti della bambina diventa egoismo possessivo.


Visivamente il film è fatto molto bene. Le ambientazioni sono perfette, la caratterizzazione dei personaggi sublime e il 3D di ottima fattura. Il regista, lo stesso di Nightmare before Christmas tra l’altro, ha reso molto fedelmente le atmosfere del film andando a creare una splendida pellicola tenebrosa ed inquientante dove, diversamente dal solito, sono le luci ed i colori a rappresentare il pericolo e, per l’appunto, l’inquietudine.
Il valore aggiunto del film viene dato poi dalla visione in 3D che dà modo di vedere una profondità di campo decisamente notevole, con alcun scene del film che vanno incontro allo spettatore. Sicuramente questo è il modo migliore per vederlo.


Come si può intuire non ho commenti negativi per questo titolo. È una splendida storia resa altrettanto bene e non posso che consigliarne la visione. Fin dall’inizio vi sentirete come un bambino di fronte alle giostre o allo zucchero filato.

venerdì 3 luglio 2009

La similitudine dell'albero

In tempi di crisi le aziende tagliano i costi immediatamente riconducibili agli operai, alla forza lavoro. È una cosa ben nota a chi segue un minimo la cronaca locale o chi, purtroppo, lo vive in prima persona.
Quello che le aziende cercano di fare, con queste manovre, è quello di ibernarsi, congelare il proprio stato di azienda in crisi in attesa di tempi migliori. Tutto questo mi ha fatto venire in mente una similitudine.
Gli alberi in autunno perdono le loro foglie perché, in inverno, devono concentrare la linfa vitale dove è più necessario e le foglie, viste come tratto ultimo del percorso sanguigno, sono considerate sacrificabili. In mancanza del nutrimento le foglie seccano, muoiono e cadono.
È un'atteggiamento, questo, che fa anche il corpo umano in condizioni di ipotermia. A fronte di un'assideramento il nostro corpo concentra la energie dove più è necessario, ovvero il cuore lasciando invece che le gambe si sacrifichino per il resto, d'altronde senza gambe si può vivere, ma senza cuore è già più difficile.
Le aziende stanno attraversando il loro periodo autunnale/invernale e quindi attuano una tattica messa a punto da Madre Natura in millenni, se non fosse che i lavoratori, in quanto parte produttrice del processo lavorativo, non sono le foglie ma le radici.
Le aziende pensano da quercie, quando invece dovrebbero pensare da pini, che sono sempreverdi